«È un cattivo cuoco quello che non sa leccarsi le dita.» William Shakespeare

sabato 30 gennaio 2010

Riso al tè nero di Ceylon con germogli di soia e arance rosse

Siamo abituati a pensare al tè come bevanda per la prima colazione o la merenda, e io sono forse la prima che adora bere una tazza di caldo e profumato tè per svegliarmi meglio e con un pizzico in più di buonumore.
Amo, specie nei pomeriggi d'inverno, scegliere ogni volta una miscela diversa a seconda dell'umore, e sorseggiarla lentamente oziando sul divano.
Quando ho letto del contest di Susina ho pensato subito che era davvero un'idea originale e vincente. Il tè come ingrediente così versatile da essere utilizzato anche in cucina... potevo forse tirarmi indietro e non partecipare?

Riso al te nero di Ceylon con germogli di soia e arance rosse

Devo dire che ho riflettuto un bel po' su cosa preparare e dopo mille idee strampalate, accantonate subito, ho deciso che forse avrei potuto provare a cucinare un piatto che fosse alla portata di tutti e decisamente affine ai nostri palati occidentali.
Ho scelto di utilizzare un tè nero di Ceylon, forse il mio preferito, così aromatico ed intenso.... tutto il resto è venuto quasi spontaneamente.
Ed ecco il risultato... un risotto profumato con il succo e la scorza di arance rosse, e portato a cottura con l'infuso di tè, incontra dei croccanti e teneri germogli di soia.
Gli abbinamenti degli ingredienti mi hanno portato in un viaggio quasi orientaleggiante e il gusto mi ha piacevolmente sorpreso.

Riso al te nero di Ceylon con germogli di soia e arance rosse

INGREDIENTI: per 2 persone
150 gr di riso carnaroli
2 arance rosse Sanguinello (non trattate)
50 gr di germogli di soia
1 litro circa di acqua
1 cucchiaio da minestra di tè nero di Ceylon
una noce di burro
1/2 cipolla rossa
2 cucchiai di Parmigiano grattugiato
pepe nero a piacere
sale q.b.

PREPARAZIONE:
Fate bollire l'acqua, spegnete la fiamma e aggiungete il tè con due pezzetti di scorza d'arancia (senza la parte bianca altrimenti rilascia l'amaro).
Mescolate e lasciate in infusione per circa 10 minuti. Filtrate tutto e rimettere sul fuoco con la fiamma al minimo in modo da utilizzare l'infuso come fosse un brodo per la cottura del riso.
In un altra pentola fate rosolare la cipolla tritata in una noce di burro. Aggiungete il riso e fatelo tostare per due minuti a fiamma vivace.
Spremete le arance e usate il succo per sfumare inizialmente il riso. Portate a cottura con l'infuso di tè nero, aggiungendolo man mano che il risotto si asciuga. Regolate di sale.
A qualche minuto dalla cottura del riso aggiungete i germogli di soia. Mantecate alla fine con il Parmigiano e servite con pepe nero macinato fresco, decorando il piatto con fettine d'arancia.



Partecipate anche voi al contest ... c'è tempo fino al 28/2/2010

mercoledì 27 gennaio 2010

Cozze alla marinara

La preparazione di questo piatto è veramente semplice e rapida a patto che compriate delle cozze già raschiate e pulite.
Non fate come me che ho passato più di un'ora chinata sul lavello della cucina a raschiare gusci... a meno che non possiate resistere al profumo irresistibile di mare che sprigiona questo piatto.


Ecco, io non ho resistito... di cozze potrei farne indigestione. Le adoro davvero!!!

Cozze

INGREDIENTI: per 4 persone
1,5 kg di cozze
3 spicchi d'aglio
un mazzetto di prezzemolo
un pezzetto di peperoncino piccante
1 dl di vino bianco secco
1 dl di olio extravergine d'oliva


PREPARAZIONE:
Raschiare e lavare ripetutamente le cozze. Far soffriggere in una capiente padella l'olio con l'aglio a fettine e il peperoncino.
Unirvi le cozze ben sgocciolate, bagnare con il vino e aggiungere il prezzemolo tritato. Cuocere con il coperchio e a calore moderato, fin quando tutte le valve si saranno aperte.
Potete servire le cozze con fette di pane sfregate con dell'aglio e tostate per renderle più croccanti. Saranno ottime da intingere nel sughetto che si sarà formato durante la cottura delle cozze.

Cozze alla marinara

venerdì 22 gennaio 2010

Pasta patate e ricotta

Pasta e patate, un classico della cucina italiana.
Ma se volessimo dare allla ricetta quel tocco in più, aumentando la nota cremosa e giocando con un sentore leggermente piccantino?
Ecco allora l'invenzione di questo gustoso piatto ... senza nulla togliere alla ricetta "classica"!


Pasta patate e ricotta

INGREDIENTI: per 2 persone
120 gr di pasta
250 gr di patate a pasta gialla
120 gr di ricotta di capra
una decina di grani di pepe verde in salamoia
qualche stelo di erba cipollina
una noce di burro
sale q.b.

PREPARAZIONE:
Portate a bollore l'acqua, regolate di sale e tuffate le patate sbucciate e tagliate a cubetti insieme alla pasta.
Nel frattempo scaldate in una padella la noce di burro con le bacche di pepe verde.
Unite la ricotta e stemperatela con qualche cucchiaio dell'acqua di cottura della pasta.
Scolate pasta e patate leggermente al dente e fatele mantecare nella padella del condimento per qualche minuto, aggiungendo se serve altra acqua.
Tagliuzzate all'ultimo momento l'erba cipollina, mescolate e servite il piatto ben caldo.

Pasta patate e ricotta



Partecipo con questo piatto alla raccolta
"Ricette con la ricotta" ideata da Dolci Pasticci



sabato 16 gennaio 2010

Su pane frattau

Il "pane frattau" è un piatto tipico della Sardegna, viene preparato specialmente nella regione della Barbagia e nelle zone centrali dell'isola.

Una leggenda dice che venne inventato come piatto da presentare al re Umberto II di Savoia: due donne per la fretta e per il ritardo, durante una visita del re in Sardegna, cercarono di arrangiarsi con ciò che trovarono per dare forma ad un piatto da porgere al monarca. Corsero a prendere della conserva di pomodoro, due uova nel pollaio, del basilico e della cipolla dall'orto e infine presero del pane dalla credenza. Prepararono in fretta e furia il tutto, disponendo il piatto in maniera frettolosa. Offertolo al sovrano, a quanto narra la leggenda, quest'ultimo gradì particolarmente la pietanza. Il nome "frattau", quindi, deriverebbe dalla parola "fretta" o dalla parola "nel frattempo, frattanto".

Gli ingredienti del pane frattau variano a seconda della zona. I più comuni sono un uovo di gallina (cotto in camicia), del pane carasau (ammorbidito nell'acqua, nel brodo o direttamente dal sugo di pomodoro), della cipolla, del basilico fresco, del sugo di pomodoro e parmigiano o pecorino sardo. In alcune zone di utilizzano erbe aromatiche per l'insaporimento della pietanza, come la cicoria, il rosmarino, il timo o l'origano. [fonte Wikipedia]

Pane frattau

INGREDIENTI: per 2 persone
6 fogli di pane carasau (carta da musica)
300 gr di passata di pomodoro
1 spicchio aglio
poca cipolla
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
qualche foglia di basilico fresco
2 uova
brodo di pecora (o comunque di carne)
100 gr di pecorino sardo
1 cucchiaio di aceto di vino bianco
sale e pepe q.b.

PREPARAZIONE:
Preparate un sugo di pomodoro facendo scaldare l'olio con lo spicchio d'aglio intero e poca cipolla tritata. Unite la passata di pomodoro, regolate di sale e lasciate cuocere per 15-20 minuti. Spegnete il sugo e aggiungete qualche foglia di basilico per profumare, spezzandole con le mani.
In una pentola dal fondo largo scaldate il brodo e, appoggiandoli su una schiumarola, immergete uno alla volta i dischi di pane carasau per pochi secondi. Scolateli e metteteli subito sul piatto, coprite ogni disco con qualche cucchiaio di sugo di pomodoro e spolverate con pecorino grattugiato, fino a formare 3 strati.
In un pentolino a parte cuocete le uova in camicia (consiglio di cuocerle una alla volta). Portate a bollore dell'acqua e aggiungete un cucchiaio di aceto. Abbassate la fiamma in modo che l'acqua frema soltanto, con l'aiuto di un cucchiaio mescolate l'acqua in modo che si crei un "vortice" nel quale farete scivolare delicatamente le uova. Con questo metodo riuscirete ad "avvolgere" l'albume dell'uovo bene intorno al tuorlo e si eviterà che le uova si rompano. Fate cuocere per 3 minuti, scolatele con una schiumarola e asciugatele leggermente su carta da cucina prima di metterle al centro del vostro piatto. Servite a piacere con pepe nero macinato.

Pane frattau

• for English recipe see here
www.sardopan.it/recipes.htm

Questa ricetta è inclusa nella raccolta di Laura...

Italia in cucina

mercoledì 13 gennaio 2010

Costolette d'agnello al profumo di clementine e laccate al miele

Che ne pensate di queste costolette belle lucide e invitanti?
La marinatura nel succo di clementine le ha rese profumate e anche dopo la cottura sono rimaste molto morbide, la carne ha mantenuto la sua umidità senza seccare troppo.

Io ho utilizzato la carne di agnello, ma chi non amasse il sapore piuttosto intenso di questa carne, potrà sostituirla benissimo con delle costolette di suino... ne verrà un piatto altrettanto prelibato e gustoso!

Costolette d'agnello al profumo di clementine e laccate al miele

INGREDIENTI: x 4 persone
800 gr di costolette d'agnello (2/3 costolette a persona)
il succo di 2 clementine
1/2 bicchiere di vino bianco
due rametti di rosmarino
1 spicchio d'aglio
2 coste di sedano
2 carote
1 cucchiaio di miele di castagno
2 cucchiai di salsa di soia scura
olio extravergine d'oliva
sale e pepe q.b.

PREPARAZIONE:
Lavate le verdure e tagliatele a tocchetti. In un recipiente con la base abbastanza larga mettete le costolette d'agnello insieme alle verdure. Versateci sopra il succo di clementine e il vino bianco. Coprite con pellicola e lasciatele marinare anche tutta la notte
Scaldate in una padella con poco olio lo spicchio d'aglio e il rosmarino tritato. Scolate bene le costolette dalla marinatura e fatele rosolare in padella da tutti i lati. Quando sono ben dorate sfumate con la salsa di soia e regolate di sale e pepe.
Unite le verdure, versate tutto il liquido della marinata, coprite e lasciate cuocere a fiamma media fino quasi a totale riduzione del liquido.
Aggiungete il cucchiaio di miele e, a fiamma più vivace, date la laccatura finale.
Servite le costolette ben calde accompagnando con patate arrosto o polenta.

Costolette d'agnello al profumo di clementine e laccate al miele

sabato 9 gennaio 2010

Mon voyage en Alsace ... Chapitre 2

Avete presente i paesi raccontati nelle fiabe? Ecco... uno di questi potrebbe essere proprio l'incantevole Colmar. In ogni via, girato ogni angolo, ogni edificio che vi si para davanti stimola la vostra fantasia e vi fà sognare di essere arrivati in un mondo fatato.
E non credo sia solo il merito che, durante il Natale, tutto è addobbato e pieno di luci e colori. Ho visto gli stessi ambienti in foto scattate in diverse stagioni, ed è sempre la stessa cosa ... anzi scusate, credo proprio che il fascino di questa città incanti sempre, ma ogni volta in modo diverso.

Oltre alla bella chiesa gotica di St-Martin (XIV secolo), la città possiede costruzioni antiche, tipiche dell'architettura alsaziana (maisons à colombages).
A Colmar si trova, all'interno del convento dei domenicani, il Musée d'Unterlinden, che ospita tra gli altri un tesoro dell'arte religiosa occidentale, la pala di Issenheim, oltre ad un insieme eccezionale di dipinti di pittori renani.
Nelle prime due settimane di agosto si svolge la foire aux vins (fiera del vino), dedicata ai vini alsaziani.
Colmar è anche famosa per essere la città natale dello scultore Frédéric Auguste Bartholdi, l'autore della Statua della Libertà.

Non ho molte altre parole da spendere per questa città ... è solo da vedere!

[alcuni testi descrittivi sono stati tratti da Wikipedia]



COLMAR

Centro storico di Colmar










I mercatini









Il pittoresco quartiere La Petite Venice











Sono arrivata alla fine del mio racconto, prometto che ora la smetto di sognare e ricomincio a .... cucinare!

venerdì 8 gennaio 2010

Mon voyage en Alsace ... intervallo Germania

Dopo i 4 giorni a Mulhouse la nostra seconda tappa in Alsazia è stata Colmar, ma durante il trasferimento abbiamo deciso di fare un salto al di là del Reno, destinazione Friburgo in terra di Germania.
Ci sembrava doverosa una visita, anche veloce, a questa bella città situata molto vicina al confine francese (circa 15 km) e al tempo stesso a ridosso della Foresta Nera.
Friburgo ci ha accolto con una spettacolare vivacità ed una vera e propria marea di gente nelle strade.... peccato aver trascorso qui solo qualche ora. Ci siamo allontanati con la promessa di un sicuro ritorno per poterla vivere e visitare con più calma.

FREIBURG IM BREISGAU
alcuni testi descrittivi sono stati tratti da www.freiburg.de

Martinstor, ovvero l'ingresso alla città dalla porta di San Martino.
Questa è la più antica delle due porte ancora intatte e risalenti al 13° secolo,
periodo in cui Friburgo si dotò delle sue prime mura di cinta.



Bächle, caratteristici
"ruscelli" presenti nelle vie del centro storico della città.
Erano stati probabilmente concepiti per l’approvvigionamento idrico e per mantenere pulita la città.
Oggi servono a creare una piacevole atmosfera e sono amati da grandi e piccini.
Secondo la leggenda chi, visitando Friburgo, mette inavvertitamente un piede in uno dei Bächle è destinato a tornare.



Scorcio della cattedrale gotica da una strettissima viuzza.
La torre della cattedrale è alta ben 116 metri ed è il simbolo della città.



Intorno alla cattedrale si svolge ogni mattina, fin dal XVI secolo,
il pittoresco mercato della frutta e dei fiori.





Friburgo l'abbiamo soprannominata WUSTERLAND!!!
Dio quanto erano buoni.... non ho resistito al bis :))





Dopo aver mangiato viene un po' di sete,
e allora in una tradizionale birreria ci aspettava
un fresca e invitante Weissbier



Ed ora, ben rifocillati, siamo pronti per l'ultima tappa della nostra vacanza.
Colmar ci attende!!!
A domani con nuove immagini e altre emozioni.

giovedì 7 gennaio 2010

Mon voyage en Alsace ... Chapitre 1

MULHOUSE
(leggasi Myluz)

Cittadina dell'Alto Reno di circa 110.00 abitanti, dall'architettura elegante e dall'affascinante centro storico.
Tradizionale ed accurata come solo una città tipicamente francese sa essere, ma al tempo stesso cosmopolita e all'avanguardia nei servizi.



Alcuni edifici caratteristici nel centro storico





Mercatino di Natale
nella piazza della cattedrale
Saint-Étienne





curiosando tra cose belle....
... e buone!








Si accendono le magiche luci della sera

e la città brilla di Natale








In città abbiamo visto anche...
Musée national de l'Automobile : collection Schlumpf
Cité du Train - Musée du chemin de fer
Zoo de Mulhouse, parc zoologique et botanique en Alsace


... a domani per il ... Capithre 2