Kwaheri ... arrivederci Zanzibar!
Perché quando l'aereo è partito rullando sulla piccola pista assolata, non sono riuscita a dire addio a questa terra. È stato difficile lasciare questo paese che mi ha accolto con un saluto cordiale ed un sorriso...
Jambo!
Vorrei raccontarvi di tutte le persone conosciute o anche solo sfiorate di passaggio in questi 7 giorni, ma non basterebbe un post. Sarebbe veramente difficile raccontare di Mario o Sulemani, beach boys simpaticissimi, dal sorriso e dal cuore grande...
"Mario fa il bravo con voi, voi fate i bravi con Mario".
Raccontare l'umiltà e la timidezza del pittore Makilali, e la maestria con la quale, con i pochi mezzi a disposizione, realizza i suoi quadri.
La dolcezza del sorriso della ragazza che mi ha venduto quei sandali di cuoio e perline.
La compagnia dei ragazzi Masai sulla spiaggia, l'innocenza di Matteo che non sa cosa sia l'adozione -
"Guarda, marito bianco, moglie bianca, bambina nera!" - e che non ha mai visto la neve.
In questo paese la vita, seppur faticosa, viene sempre presa dai suoi abitanti
pole pole - piano piano - e tutti sono pronti a tenderti la mano per un saluto.
Parlare dei paesaggi, della natura, dei colori ...
Il colore della pelle nera come ebano che incanta in contrasto con tutte le sfumature di blu e turchese del mare. Il verde intenso e profondo delle piante della foresta. Il bianco accecante della sabbia finissima e morbida sotto i piedi. I colori sgargianti dei vestiti delle donne, così simili alla frutta e ai fiori che crescono ovunque sull'isola... arancio, giallo, rosso.
Parlare delle emozioni che ho vissuto...
L'emozione di veleggiare nell'oceano, senza motore, su un barca costruita a mano, con una vela fatta di tanti pezzi di stoffa cuciti insieme.
I mille profumi della piantagione di spezie.
L'incontro ravvicinato con le scimmie della foresta di Jozani o con un gruppo di delfini a pochi metri dalla barca.
L'ammirazione mista a un po' di preoccupazione per chi riesce a salire a piedi nudi su una palma alta 20 metri senza alcun timore.
L'allegria di un bambino che ti accompagna camminando nel mare dicendoti di stare attento ai ricci perché pungono e poi ti chiede solo un dollaro o il cappellino, e tu sei lì con solo il tuo stupido costume, senza niente da dargli e lui ti risponde...
hakuna matata - non c'è problema - nessuna offesa, nessun dispiacere, nessun rancore ... un insegnamento semplice e vero per chi come noi vive quotidianamente l'egoismo europeo!
E infine la canzone che ho sentito ogni giorno da tante voci diverse, adulti, ragazzi, bambini... un canto che rivela lo spirito di accoglienza di questa gente.
Jambo, jambo bwana
Habari gani, Nzuri sana.
Wageni, wakaribishwa
Zanzibar yetu, Hakuna Matata.
Zanzibar nchi nzuri, Hakuna Matata
Nchi ya maajabu, Hakuna Matata
Nchi yenye amani, Hakuna Matata
Hakuna Matata, Hakuna Matata
Watu wote, Hakuna Matata
Wakaribishwa, Hakuna Matata
Hakuna Matata, Hakuna Matata
E questa è la traduzione del testo:
Ciao, ciao signore
Come stai? Molto bene.
Stranieri, siete i benvenuti
nella nostra Zanzibar non c'è nessun problema.
Zanzibar è un paese bellissimo, non c'è nessun problema
un paese meraviglioso, non c'è nessun problema
un paese tranquillo, non c'è nessun problema.
Chiunque, non c'è nessun problema
è benvenuto, non c'è nessun problema
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