Carciofi, carciofi, carciofi..... ma perché mi piacciono così tanto?
Li cucinerei in ogni modo e sinceramente, specie quando sono giovani e belli teneri, li trovo squisiti anche crudi, tagliati fini fini, in insalata.
In questo periodo pasquale i carciofi "furoreggiano" in molti blog come ingrediente di torte salate o come classico contorno alla carne d'agnello.
Io ho pensato di farli diventare un piatto unico abbinandoli al farro e condendoli con quei sapori tipici della dieta mediterranea: salsa di pomodoro, olive, capperi, cipolla e origano.
Che ne dite??!! Forse può essere una variante appetitosa e anche leggera!
INGREDIENTI: 2 porzioni
2 carciofi giovani e teneri
140 gr di farro
400 gr di passata di pomodoro
1/2 cipolla rossa
una dozzina di olive nere (io ho usato le olive greche di Kalamata)
una manciata di capperi ben dissalati
1 cucchiaino di origano essiccato
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale q.b.
PREPARAZIONE:
Lavate i carciofi, quindi rimuovete le foglie esterne e recidete solo la parte finale più dura dei gambi.
Tagliateli a metà per il lato lungo e fateli lessare in acqua leggermente salata per circa 5-6 minuti.
Nel frattempo tagliate a fettine la cipolla e fatela imbiondire in poco olio, aggiungete i capperi , le olive e l'origano.
Scolate i carciofi e metteteli nella padella del condimento ad insaporire. Conservate la loro l'acqua di cottura nella quale farete cuocere il farro.
Aggiungete la salsa di pomodoro ai carciofi, abbassate la fiamma, coprite e fate cuocere per il tempo di cottura del farro (circa 15 minuti). Se serve allungate il sugo con qualche cucchiaio dell'acqua di cottura del farro.
ATTENZIONE: assaggiate il sugo e regolate di sale solo se necessario: ricordate che i carciofi li avete lessati già in acqua salata e che capperi ed olive sono molto sapidi di loro.
A cottura ultimata togliete i carciofi dalla padella e disponeteli sul piatto di servizio insieme alle olive e ai capperi. Lasciate però nella padella qualche cucchiaio del sugo di pomodoro nel quale condirete il farro ben scolato.
Servite il farro a parte in piccole ciotole monoporzione.
martedì 30 marzo 2010
sabato 27 marzo 2010
Mi sono ... Rapata!
No, calma ragazzi, non ho fatto scempio dei miei capelli lunghi e lisci!!! Niente pazzie tricologiche, solo per me la prima volta alle prese con ... le rape.
Insomma ho fatto anch'io un po' come lei , andando alla ri-scoperta di quel cibo povero per eccellenza, che le famiglie contadine di un tempo mettevano in ogni minestra perchè praticamente a costo zero e per dare un po' di sapore in più.
Ho comprato quindi le classiche rape bianche e preparato un piatto tipico di tutta la cucina lombarda: la Rapata!
Dopo aver assaggiato questa minestra il gusto delle rape è stato una rivelazione ... anche io, come molti, pensavo che non sapessero di molto, in verità sono gustose. Hanno un gusto a mio parere sapido e dolce insieme.... come un sedano ma più dolce, ma forse non lo descrivo bene. Bisogna provarle!
E voi, come me, avete qualche altra verdura "sconosciuta e misteriosa" :) che non avete ancora provato nella vita?
La ricetta tradizionale viene direttamente dall'enciclopedia "Cucina dalla A alla Z" di Luigi Carnacina.
Rapata alla lombarda
INGREDIENTI: 4 porzioni
500 gr di rape fresche
200 gr di riso vialone nano
70 gr di grasso di prosciutto
40 gr di Parmigiano grattugiato
30 gr di burro
20 gr di prezzemolo tritato
1 cipolletta
sale
PREPARAZIONE:
Sbucciare, lavare e affettare le rape: lessarle al dente in acqua leggermente salata, sgocciolarle e farle insaporire nel burro.
Far appassire nel grasso di prosciutto la cipolletta tritata; versarvi 2 litri d'acqua (io ho messo anche quella della cottura delle rape), salare, far prendere l'ebollizione e cuocervi il riso.
Pochi minuti prima di ritirare la minestra dal fuoco, unire le rape, il prezzemolo e servire la "rapata" passando a parte il formaggio.
Insomma ho fatto anch'io un po' come lei , andando alla ri-scoperta di quel cibo povero per eccellenza, che le famiglie contadine di un tempo mettevano in ogni minestra perchè praticamente a costo zero e per dare un po' di sapore in più.
Ho comprato quindi le classiche rape bianche e preparato un piatto tipico di tutta la cucina lombarda: la Rapata!
Dopo aver assaggiato questa minestra il gusto delle rape è stato una rivelazione ... anche io, come molti, pensavo che non sapessero di molto, in verità sono gustose. Hanno un gusto a mio parere sapido e dolce insieme.... come un sedano ma più dolce, ma forse non lo descrivo bene. Bisogna provarle!
E voi, come me, avete qualche altra verdura "sconosciuta e misteriosa" :) che non avete ancora provato nella vita?
La ricetta tradizionale viene direttamente dall'enciclopedia "Cucina dalla A alla Z" di Luigi Carnacina.
Rapata alla lombarda
INGREDIENTI: 4 porzioni
500 gr di rape fresche
200 gr di riso vialone nano
70 gr di grasso di prosciutto
40 gr di Parmigiano grattugiato
30 gr di burro
20 gr di prezzemolo tritato
1 cipolletta
sale
PREPARAZIONE:
Sbucciare, lavare e affettare le rape: lessarle al dente in acqua leggermente salata, sgocciolarle e farle insaporire nel burro.
Far appassire nel grasso di prosciutto la cipolletta tritata; versarvi 2 litri d'acqua (io ho messo anche quella della cottura delle rape), salare, far prendere l'ebollizione e cuocervi il riso.
Pochi minuti prima di ritirare la minestra dal fuoco, unire le rape, il prezzemolo e servire la "rapata" passando a parte il formaggio.
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martedì 23 marzo 2010
Gratin di broccoletti e pecorino toscano
Siamo alla semplicità pura!
Trovo che certi piatti non necessitino di rivoluzionarie innovazioni o ingredienti ricercati ed insoliti per essere pur sempre dei "grandi" piatti.
È proprio il caso delle verdure gratinate, semplicemente cotte, ricoperte da morbida besciamella e poi infornate fino a formare quella deliziosa crosticina dorata che invoglia subito all'assaggio.
Nel mio caso ho soltanto sostituito il classico parmigiano con un formaggio dal profumo più intenso: un pecorino toscano semi-stagionato (io adoro il pecorino di Pienza ma anche gli altri pecorini toscani sono deliziosi), che regala ai broccoli ... quel gusto in più!
INGREDIENTI: 4 porzioni
500 gr di broccoli siciliani
500 gr di besciamella
150 gr di pecorino toscano poco stagionato
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
pepe nero
sale q.b.
PREPARAZIONE:
Mondate il broccolo e dividetelo in cimette. Il gambo più grosso io lo spelo leggermente in superficie con un pelapatate e poi lo taglio a pezzetti.
Lavate bene il broccolo sotto l'acqua corrente e fatelo quindi bollire in acqua leggermente salata per circa 5-6 minuti.
Scolate la verdura quando è ancora al dente e ponetela in una pirofila da forno leggermente unta d'olio.
Con una grattugia a fori larghi riducete a scaglie il pecorino e spargetene più della metà sopra i broccoli.
Preparate una besciamella classica con 30 gr di farina, 30 gr di burro e 400 ml di latte e versatela nella teglia avendo cura di ricoprire bene tutta la superficie.
Cospargete sopra la besciamella il restante pecorino grattugiato, date una leggera macinata di pepe e infornate per una ventina di minuti a 180°C.
Trovo che certi piatti non necessitino di rivoluzionarie innovazioni o ingredienti ricercati ed insoliti per essere pur sempre dei "grandi" piatti.
È proprio il caso delle verdure gratinate, semplicemente cotte, ricoperte da morbida besciamella e poi infornate fino a formare quella deliziosa crosticina dorata che invoglia subito all'assaggio.
Nel mio caso ho soltanto sostituito il classico parmigiano con un formaggio dal profumo più intenso: un pecorino toscano semi-stagionato (io adoro il pecorino di Pienza ma anche gli altri pecorini toscani sono deliziosi), che regala ai broccoli ... quel gusto in più!
INGREDIENTI: 4 porzioni
500 gr di broccoli siciliani
500 gr di besciamella
150 gr di pecorino toscano poco stagionato
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
pepe nero
sale q.b.
PREPARAZIONE:
Mondate il broccolo e dividetelo in cimette. Il gambo più grosso io lo spelo leggermente in superficie con un pelapatate e poi lo taglio a pezzetti.
Lavate bene il broccolo sotto l'acqua corrente e fatelo quindi bollire in acqua leggermente salata per circa 5-6 minuti.
Scolate la verdura quando è ancora al dente e ponetela in una pirofila da forno leggermente unta d'olio.
Con una grattugia a fori larghi riducete a scaglie il pecorino e spargetene più della metà sopra i broccoli.
Preparate una besciamella classica con 30 gr di farina, 30 gr di burro e 400 ml di latte e versatela nella teglia avendo cura di ricoprire bene tutta la superficie.
Cospargete sopra la besciamella il restante pecorino grattugiato, date una leggera macinata di pepe e infornate per una ventina di minuti a 180°C.
venerdì 19 marzo 2010
Filetti di platessa con chiodini e finocchi
Un piatto che racchiude ancora i profumi e i sapori dell'inverno, ma che ben si armonizza con dei delicati filetti di pesce.
Se non amate la platessa potete scegliere anche del merluzzo o, per un gusto più saporito, dei buonissimi filetti di spigola.
Ottimo e forse ancor più raffinato con la trota salmonata ... a voi la scelta!
INGREDIENTI: 2 porzioni
4 filetti di platessa (in tutto circa 500 gr)
1 finocchio abbastanza grosso
150 gr di funghi chiodini
un ciuffo di prezzemolo
50 gr di burro
1 scalogno
1/2 limone
sale
pepe
PREPARAZIONE:
Mondate e lavate i finocchi e tagliateli a spicchi. Lessateli in acqua leggermente salata per circa 10 minuti.
Nel frattempo fate imbiondire nel burro lo scalogno tritato, unitevi i funghi e regolate di sale.
Fateli rosolare a fiamma vivace per 5 minuti, quindi aggiungete il prezzemolo tritato, toglieteli dalla padella e teneteli in caldo.
Nella stessa padella mettete un'altra noce di burro e fate insaporire i finocchi, pepando a piacere.
Unite i filetti di platessa, abbassate la fiamma, e fateli cuocere col coperchio per circa 7 max 10 minuti (dipende dallo spessore dei filetti).
Non cuocete il pesce troppo a lungo altrimenti le carni diventano stoppose e poi il pesce troppo cotto perde molte delle sue qualità nutritive.
Irrorate il pesce col succo di limone e pochissimo sale, distribuitevi sopra i funghi trifolati e portate in tavola.
Se non amate la platessa potete scegliere anche del merluzzo o, per un gusto più saporito, dei buonissimi filetti di spigola.
Ottimo e forse ancor più raffinato con la trota salmonata ... a voi la scelta!
INGREDIENTI: 2 porzioni
4 filetti di platessa (in tutto circa 500 gr)
1 finocchio abbastanza grosso
150 gr di funghi chiodini
un ciuffo di prezzemolo
50 gr di burro
1 scalogno
1/2 limone
sale
pepe
PREPARAZIONE:
Mondate e lavate i finocchi e tagliateli a spicchi. Lessateli in acqua leggermente salata per circa 10 minuti.
Nel frattempo fate imbiondire nel burro lo scalogno tritato, unitevi i funghi e regolate di sale.
Fateli rosolare a fiamma vivace per 5 minuti, quindi aggiungete il prezzemolo tritato, toglieteli dalla padella e teneteli in caldo.
Nella stessa padella mettete un'altra noce di burro e fate insaporire i finocchi, pepando a piacere.
Unite i filetti di platessa, abbassate la fiamma, e fateli cuocere col coperchio per circa 7 max 10 minuti (dipende dallo spessore dei filetti).
Non cuocete il pesce troppo a lungo altrimenti le carni diventano stoppose e poi il pesce troppo cotto perde molte delle sue qualità nutritive.
Irrorate il pesce col succo di limone e pochissimo sale, distribuitevi sopra i funghi trifolati e portate in tavola.
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domenica 14 marzo 2010
Salsa di spinaci (o biete)
Ho trovato questa salsa, gustosa e semplice da preparare, nel libro "La grande cucina italiana e le sue salse" di Vincenzo Buonassisi.
Questa salsa è consigliata come condimento per degli gnocchi di spinaci, una ricetta quindi "verde su verde". Io ho per il momento preferito accostarla ad un semplice piatto di pasta e devo dire che l'ho trovata molto buona ... la prossima volta proverò con gli gnocchi!
INGREDIENTI:
450 gr di spinaci (o bietole)
40 gr di burro
40 gr di farina
50 ml di latte
noce moscata
sale
pepe
PREPARAZIONE:
Mondate gli spinaci e tritatene finemente una parte (circa 100 gr) lasciandoli crudi.
Lessate i rimanenti in pochissima acqua in modo che venga fuori quella che gli stessi vegetali contengono (addirittura potreste farli cuocere con la sola acqua del lavaggio, in una pentola antiaderente coprendo con coperchio).
Scolateli quando non sono ancora troppo appassiti e tritateli minutamente (io li ho frullati finemente con il mixer ad immersione).
Scaldate il burro in un tegame, unite la farina, mescolate, unite il latte; in pratica è la formula per preparare una besciamella.
Aggiungete anche sale, pepe e un pizzico di noce moscata. Otterrete una salsa piuttosto densa; rendetela più liquida, ma non troppo, allungandola con un mestolino o due dell'acqua rimasta in pentola dopo la cottura degli spinaci.
In questa salsa versate gli spinaci lessati e frullati; mescolate e unite anche gli spinaci tritati crudi che daranno un gusto ed un colore più brillante all'insieme.
Con questa salsa potete condire pasta o riso, oppure carni bianche lessate o arrostite.
E' ottima, come dicevo prima, sugli gnocchi.
Questa salsa è consigliata come condimento per degli gnocchi di spinaci, una ricetta quindi "verde su verde". Io ho per il momento preferito accostarla ad un semplice piatto di pasta e devo dire che l'ho trovata molto buona ... la prossima volta proverò con gli gnocchi!
INGREDIENTI:
450 gr di spinaci (o bietole)
40 gr di burro
40 gr di farina
50 ml di latte
noce moscata
sale
pepe
PREPARAZIONE:
Mondate gli spinaci e tritatene finemente una parte (circa 100 gr) lasciandoli crudi.
Lessate i rimanenti in pochissima acqua in modo che venga fuori quella che gli stessi vegetali contengono (addirittura potreste farli cuocere con la sola acqua del lavaggio, in una pentola antiaderente coprendo con coperchio).
Scolateli quando non sono ancora troppo appassiti e tritateli minutamente (io li ho frullati finemente con il mixer ad immersione).
Scaldate il burro in un tegame, unite la farina, mescolate, unite il latte; in pratica è la formula per preparare una besciamella.
Aggiungete anche sale, pepe e un pizzico di noce moscata. Otterrete una salsa piuttosto densa; rendetela più liquida, ma non troppo, allungandola con un mestolino o due dell'acqua rimasta in pentola dopo la cottura degli spinaci.
In questa salsa versate gli spinaci lessati e frullati; mescolate e unite anche gli spinaci tritati crudi che daranno un gusto ed un colore più brillante all'insieme.
Con questa salsa potete condire pasta o riso, oppure carni bianche lessate o arrostite.
E' ottima, come dicevo prima, sugli gnocchi.
venerdì 12 marzo 2010
Ho vinto!!!
Ho vinto con la ricetta del Brasato d'asino speziato

Sono veramente molto felice!!!
Voglio ringraziare "La Cucina Italiana" per questi carinissimi concorsi che propone.
A proposito, se anche a voi un po' di competizione mette il pepe addosso,
partecipate al prossimo concorso del mese di Marzo ... il tema è "Il Tiramisù"

Sono veramente molto felice!!!
Voglio ringraziare "La Cucina Italiana" per questi carinissimi concorsi che propone.
A proposito, se anche a voi un po' di competizione mette il pepe addosso,
partecipate al prossimo concorso del mese di Marzo ... il tema è "Il Tiramisù"
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mercoledì 10 marzo 2010
Tortine di frolla alla crema di arancia rossa e mandarini
Queste tortine sono nate da un piccolo esperimento ... volevo fare un dolce con una crema colorata, allegra e vivace, ma senza aggiungere coloranti artificiali che sinceramente non vedo di buon occhio, in fondo sono sempre ingredienti a base chimica che non credo facciano molto bene alla salute.
E così la mia testolina ha voluto provare a realizzare questa crema partendo dal succo di arance rosse, dal colore così intenso.
Il risultato è stato un irresistibile "dolce non troppo dolce", con quel sapore fresco e asprigno che io amo tanto!
Queste piccole tortine potrebbero essere molto carine da presentare come dessert monoporzione in un buffet oppure ancora potrebbero rivelarsi comode, ma soprattutto golose, come dolce da portare al tradizionale pic-nic di Pasquetta.
Ingredienti per la crema:
200 ml di succo tra arance rosse e mandarini
70 gr di zucchero semolato
40 gr di burro
40 gr di fecola di patate
1 uovo
Ingredienti per la frolla:
200 gr di farina 00
100 gr zucchero semolato
1 uovo
80 gr di burro
1/2 cucchiaino di lievito
buccia di 1/2 arancia grattugiata
PREPARAZIONE:
Preparate la frolla mescolando prima la farina con il burro, lo zucchero, il lievito e la scorza d'arancia fino a ridurre il composto in briciole. Aggiungete quindi l'uovo e, se dovesse servire, un goccio di acqua fredda.
Lavorate velocemente l'impasto e formate una palla che metterete a riposare per almeno mezz'ora in frigorifero, ricoperta con pellicola da cucina.
Fate scaldare quasi tutto il succo in un padellino tenendone da parte 1/2 bicchiere circa. Sciogliete nel succo caldo il burro e lo zucchero, stemperate la fecola nel 1/2 bicchiere di succo rimasto ed unitela a tutto il resto. Mescolate con una frusta finchè il composto si addensa. Togliete dal fuoco, fate raffreddare un po' la crema e poi incorporate l'uovo, sbattendo energicamente per amalgamarlo bene.
Stendete ora la frolla molto sottilmente e foderatevi degli stampini in silicone. Tagliate i bordi della pasta in eccedenza e versate la crema senza riempirli troppo.
Ricavate dalla pasta avanzata dei cerchi che userete come "coperchio" per chiudere le tortine.
Bucherellate la superficie con uno stecchino e infornate a 180° C per circa 15-20 minuti.
Quando la frolla è ben cotta e dorata togliete le tortine dal forno e fatele raffreddare su una gratella. Volendo potete servirle cosparse di zucchero a velo.
Con questa ricetta partecipo al contest de "La Ricetteria"
in collaborazione con Silikomart

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venerdì 5 marzo 2010
Quaglie ripiene di salsiccia con scalogni al cognac
Ad alcuni le quaglie possono fare "tenerezza" per le piccole dimensioni simili ad uccellini. Vi assicuro che se non le avete ancora provate vi siete persi qualcosa di veramente delizioso.
Sono moltissime le ricette per preparare questi volatili che vengono consumati soprattutto nell'Italia centrale e settentrionale: arrosto, al forno, in padella, allo spiedo, o ripiene.
La carne di quaglia è molto apprezzata soprattutto per la sua elevata digeribilità. Ha un alto contenuto proteico e un basso tenore in grassi (circa 7 gr su 100).
Le quaglie selvatiche sono più grasse e, ovviamente, più saporite. Se non amate i sapori forti quelle acquistate al supermercato o in macelleria, che sono sicuramente di allevamento, non avranno alcun sapore di selvatico.
INGREDIENTI: 4 porzioni oneste ... o 2 mega!
4 quaglie bene in carne
100 gr di salsiccia
50 gr di burro
10 scalogni
un bicchierino di cognac
4 foglie di salvia
2 rametti di rosmarino
2 foglie di alloro
brodo di pollo q.b.
sale e pepe q.b.
PREPARAZIONE:
Lavare la salvia e il rosmarino, tamponarli con carta da cucina e preparare un trito finissimo.
Togliere il budello alla salsiccia, metterla in una ciotola con metà del trito di salvia e rosmarino e con l'aiuto di una forchetta schiacciarla e amagamarla bene alle erbe aromatiche.
Pulire le quaglie, svuotarle, fiammeggiarle per togliere i residui di piume, quindi lavarle ed asciugarle bene. Riempire le quaglie con il composto di salsiccia.
Scaldare in una padella il burro e farvi rosolare le quaglie su tutti i lati a fuoco vivace.
Quando le quaglie sono belle dorate, aggiungere gli scalogni sbucciati e divisi a metà, salare e pepare. Unire il cognac, far scaldare il liquore per qualche secondo e quindi fiammeggiare.
Spargere la restante metà del trito di rosmarino e salvia sopra le quaglie. Coprire con qualche mestolo di brodo ben caldo e far cuocere con coperchio per circa 1 ora a fuoco dolce, aggiungendo altro brodo se dovesse servire.
A fine cottura alzare leggermente la fiamma per far restringere il sugo.
Disporre le quaglie e gli scalogni in un piatto di servizio, cospargere con il fondo di cottura e servire subito in tavola.
Sono moltissime le ricette per preparare questi volatili che vengono consumati soprattutto nell'Italia centrale e settentrionale: arrosto, al forno, in padella, allo spiedo, o ripiene.
La carne di quaglia è molto apprezzata soprattutto per la sua elevata digeribilità. Ha un alto contenuto proteico e un basso tenore in grassi (circa 7 gr su 100).
Le quaglie selvatiche sono più grasse e, ovviamente, più saporite. Se non amate i sapori forti quelle acquistate al supermercato o in macelleria, che sono sicuramente di allevamento, non avranno alcun sapore di selvatico.
INGREDIENTI: 4 porzioni oneste ... o 2 mega!
4 quaglie bene in carne
100 gr di salsiccia
50 gr di burro
10 scalogni
un bicchierino di cognac
4 foglie di salvia
2 rametti di rosmarino
2 foglie di alloro
brodo di pollo q.b.
sale e pepe q.b.
PREPARAZIONE:
Lavare la salvia e il rosmarino, tamponarli con carta da cucina e preparare un trito finissimo.
Togliere il budello alla salsiccia, metterla in una ciotola con metà del trito di salvia e rosmarino e con l'aiuto di una forchetta schiacciarla e amagamarla bene alle erbe aromatiche.
Pulire le quaglie, svuotarle, fiammeggiarle per togliere i residui di piume, quindi lavarle ed asciugarle bene. Riempire le quaglie con il composto di salsiccia.
Scaldare in una padella il burro e farvi rosolare le quaglie su tutti i lati a fuoco vivace.
Quando le quaglie sono belle dorate, aggiungere gli scalogni sbucciati e divisi a metà, salare e pepare. Unire il cognac, far scaldare il liquore per qualche secondo e quindi fiammeggiare.
Spargere la restante metà del trito di rosmarino e salvia sopra le quaglie. Coprire con qualche mestolo di brodo ben caldo e far cuocere con coperchio per circa 1 ora a fuoco dolce, aggiungendo altro brodo se dovesse servire.
A fine cottura alzare leggermente la fiamma per far restringere il sugo.
Disporre le quaglie e gli scalogni in un piatto di servizio, cospargere con il fondo di cottura e servire subito in tavola.
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martedì 2 marzo 2010
Involtini di pollo con radicchio e crescenza
Che c'è da dire su questo post?!?!
Forse poco, se non parlare della solita improvvisazione da "chef pazzoide" che prende il sopravvento ogni qualvolta ho dei rimasugli in frigorifero che gridano "Mangiami ti scongiuro!!!"
Ed ecco apparire mezzo cespetto di radicchio di Chioggia da un contenitore ermetico dimenticato e un quarto di crescenza che stava tirando gli ultimi.
Non posso che essere fiera di me stessa ... ho provato pietà per questi due ingredienti e li ho fatti "rinascere" in questi involtini buoni buoni.
Magie della cucina!!!
INGREDIENTI: 2 porzioni
4 fette di petto di pollo
1/2 cespo di radicchio di Chioggia (forse anche meno)
70 gr di formaggio crescenza
2 rametti di rosmarino
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
un goccio di vino bianco
sale e pepe q.b.
PREPARAZIONE:
Lavate il radicchio e tagliatelo molto finemente. Mettetelo in una ciotola, aggiungete la crescenza, un pizzico di sale e del pepe a piacere. Mescolate bene per amalgamare gli ingredienti.
Battete le fette di petto di pollo e distribuite al centro di ogni fettina circa due cucchiai della farcia di radicchio e crescenza.
Arrotolate richiudendo bene anche le estremità e fermate ogni involtino con due stuzzicadenti.
Fate cuocere in padella con l'olio e il rosmarino rigirando gli involtini su tutti i lati (circa 15 minuti). Quando sono ben dorati sfumate con un goccio di vino bianco e lasciate cuocere ancora 5 minuti. Salate leggermente in superficie a fine cottura.
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